Quanti romanzi sono stati scritti sulla guerra del Vietnam? E soprattutto, da quale punto vista sono state raccontate le storie su questo argomento? Ci stavo pensando dopo aver letto il romanzo di Ocean Vuong : Brevemente risplendiamo sulla terra, allora mi sono ricordata di un altro libro di un paio di anni fa: Le cose che portiamo di Tim O’Brien che probabilmente è l’esempio più rappresentativo della narrazione di questa guerra perché affronta i punti di vista di entrambe le parti, americani e vietnamiti.
Sempre di O’Brien è Going after Cacciato, del 1978 (Inseguendo Cacciato in italiano pubblicato da Feltrinelli ma credo sia oramai fuori catalogo io l’ho trovato in biblioteca), romanzo in cui il protagonista, Cacciato, un soldato americano, decide di abbandonare la guerra e incamminarsi a piedi per andare a Parigi, lo inseguono i suoi commilitoni e infatti la storia è raccontata non da lui ma da uno di loro che è la voce narrante: Paul Berlin.
Questo romanzo di O’Brien ha tutti gli elementi tipici della cosiddetta Vietnam Fiction che prevede un linguaggio scurrile e soprattutto la violenza dei maschi verso le donne, la misoginia, la crudezza del racconto ed è questo che O’Brien ci mostra, lui reduce di quella guerra che ha dovuto combattere suo malgrado. Sfuggire dalle logiche di guerra è impossibile, l’unico modo è scappare, rifugiarsi in un individualismo che viene per forza considerato contro la comunità a cui si appartiene.
Ho già parlato del topos della fuga molto diffuso nella letteratura americana, qui però non si tratta di una fuga verso gli spazi sterminati del West, è piuttosto una fuga dagli stereotipi del “male bonding”, in questo romanzo la salvezza è rappresentata dalla capacità di uscire mentalmente dagli schemi imposti dalla propria cultura. Going after Cacciato è un romanzo difficile, si sviluppa su diversi piani narrativi che vedono il protagonista che come dicevo, non è Cacciato ma Paul Berlin, raccontare alcuni episodi della vita condotta dai soldati della sua pattuglia, poi ci sono alcuni brevi capitoli con le riflessioni di Berlin, sono i suoi pensieri, infine c’è tutta la parte della fuga di Cacciato dal Vietnam a Parigi e questo è un racconto assolutamente surreale.
Questo romanzo è straordinario per il modo in cui viene affrontata la narrazione, la guerra del Vietnam è stata una guerra particolare, se avete letto o visto film vi ricorderete questi soldati americani vagare spesso in mezzo ad una natura lussureggiante, guardinghi e spaventati soprattutto dal fatto che i loro nemici erano invisibili! Ci avete fatto caso? E l’altra cosa strana di questa guerra è rappresentata dal fatto che questi soldati armati fino ai denti si trovavano a combattere contro ragazzini, contro donne, contro un nemico che non aveva divisa.
La fuga surreale, le situazioni grottesche di Going after Cacciato, sono un modo originale per evidenziare l’assurdità di quel conflitto di cui l’unico vero filo conduttore è l’estremizzazione della crudeltà nelle narrazioni che ne vengono fatte, sia in letteratura sia cinematografiche.
Ma, come dicevo, Tim O’Brien è un narratore speciale, se volete invece leggere altri libri sull’argomento posso segnalare:
Questo in particolare: Vietnam in guerra. Dispacci dal fronte di John Steinbeck - LEG Edizioni
John Steinbeck parte alla volta del Vietnam in guerra nel dicembre 1966 per rimanervi fino al maggio 1967. E l'inviato d'eccezione del "Newsday" e una volta giunto a destinazione annota nei suoi dispacci: «Non credo molto a ciò che ho letto dell'Estremo Oriente. Le cose io le conosco sempre vedendo, ascoltando, annusando, toccando. Non guarirò mai da questa curiosità esagitata. Mi sento ancora come quando da bambino andavo da Salinas a San Francisco, addirittura a cento miglia di distanza!». Animato da questo spirito romantico lo scrittore inizia a muoversi sul territorio da Sud a Nord con ogni mezzo, partecipando ad azioni militari, documentando la vita quotidiana con rara lucidità. «Questa guerra in Vietnam lascia molto confusi non solo i vecchi osservatori come me, anche quelli che a casa leggono e cercano di capire. E una guerra di sensi, senza fronti e senza retrovie. E dappertutto come un gas finissimo e onnipresente». Ma la riflessione centrale non può che essere quella relativa al senso di una guerra che sta lacerando la mitologia e l'anima stessa dell'America contemporanea. Se all'inizio l'intento è quello di celebrare il coraggio e le virtù dei soldati americani impegnati nel terreno melmoso di un conflitto feroce in cui vengono risucchiati giorno dopo giorno senza comprenderne la vera natura, poi il dubbio si insinua e alla fine Steinbeck non si sottrae a un ripensamento inaspettato: «Credimi, ti prego, se ti dico che se tornando in Vietnam potessi accorciare questa guerra anche solo di un'ora partirei con il primo volo, con un biglietto di sola andata». Libro di genere a cui l'Autore aderisce senza riserve, Vietnam in guerra è anche l'ultima opera di uno scrittore che incanta ancora per il connubio sorprendente di umanità e alta ispirazione letteraria. Traduttore: Rossana Macuz Varrocchi Curatore: Thomas E. Barden Editore: LEG Edizioni Anno edizione: 2017 Pagine: 288 p., Brossura € 21,12 su IBS
La guerra del Vietnam di Mitchell K. Hall - Il Mulino
Storia popolare della guerra in Vietnam di Jonathan Neale - Il Saggiatore
La guerra del Vietnam. 1956-1975 di Andrew Wiest - LEG Edizioni
Dispacci. L'orrore del Vietnam. Negli occhi dei soldati americani di Michael Herr - BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Le guerre del Vietnam. 1945-1990 di Marilyn B. Young - Mondadori