Il libro

Sali su un aereo portandoti dietro solo una borsa in cui sono nascoste le ceneri di tuo padre, alla volta di un paese sconosciuto che dovrebbe essere il tuo ma non lo sarà mai. Non proprio una passeggiata. Eppure leggiamo col sorriso, perché tutto ciò che Randa Jarrar tocca sembra assumere una levità che ricorda la protagonista del primo di questi racconti, Qamar, di giorno in equilibrio su una fune senza protezioni al circo di Alessandria e la notte sul tetto di un palazzo a guardare la luna. In bilico fra risate e lacrime, fra realismo e favola, come una Shahrazād impertinente, la voce dell’autrice ci accompagna in viaggio nel traffico del Cairo e fra le macerie di Gaza, in mezzo ai gabbiani anarchici di Atene o nei saloni di bellezza del Michigan. Randa Jarrar dà voce a chi non occupa il centro della scena ma a chi abita le quinte. Come le donne, orientali e occidentali, capaci all’occorrenza di indossare un velo oppure i guantoni di Muhammad Ali per sferrare il gancio decisivo quando la storia sta per finire.

La mia lettura

Americane, palestinesi, australiane ed egiziane, sono le donne di Randa Jarrar che trovate in questa raccolta di racconti: Io, lui e Muhammad Ali pubblicato da Racconti edizioni e sono loro le vere protagoniste quindi posso sicuramente dirvi che la considero una raccolta di storie al femminile.

Randa Jarrar è il tipo di scrittrice che piace a me, è americana ma figlia di immigrati, è caustica, mostra cosa significa confrontarsi con le radici, seduce con personaggi sopra le righe:

”Gesù ama i palestinesi” ha detto Dorothy. La tavolata è ammutolita. Noi siamo il tipo di musulmani che prega per le agevolazioni fiscali (Baba), i giochi del Nintendo DS (Jaseem), i libri anatomici del colorare (Waseem), la fica (Abe), e per una coscienza libera da ogni senso di colpa che mi permetta di andare via da questa cazzo di casa (Vostra Devota). L’unica cosa che ci ferma dall’essere completamente atei è che nessuno di noi ha mai mangiato maiale. Siamo legati a Dio dall’assenza di grasso suino

Mi è piaciuto trovare Gaza, New York, l’atmosfera dell’Egitto, Istambul, la commistione tra le battute da stand up comedy e la malinconia tutta mediterranea.

Nell’estate del 1996 New York vede alcune delle temperature più alte mai registrate, e proprio alla fine di quest’estate io me ne sto seduta, la mia enorme pancia gravida a farmi compagnia, su un futon foderato 80 per cento acrilico 20 per cento lana. Guardo di nuovo l’etichetta che sotto i materiali recita made in asu. […] mi chiedo: dovrei sposare il mio ragazzo? E ancora: il creatore dell’etichetta è dislessico?

Io, lui e Muhammad Ali è una performance sfaccettata del talento di Randa Jarrar:

Quando ti ripudiano, tua madre diventa la tua amante segreta, ti chiama dalle cabine telefoniche, ti viene a trovare a orari strani e per brevi ritagli di tempo. E il tuo vero amante si trasforma in tua madre, che deve accudirti ora che lei se ne è andata. È dura abituarsi, e oltretutto il mio cosiddetto amante è ubriaco e non particolarmente materno.

A me è sembrato chiaro il desiderio di Randa Jarrar di portare in scena una esigenza, quella di svelare delle verità, è come se si sentisse investita del compito di mostrare cosa c’è dietro l’apparente inconsistency di un tono che fa pensare al joke ma non è.

Ero la figlia di egiziani borghesi che leggevano il giornale e gli annunci immobiliari, nient’altro. Questo lavoro da assistente non era qualcosa che potevano capire – mio padre voleva che facessi la stagista in un’agenzia pubblicitaria e mia madre voleva che continuassi a studiare fino a prendere un dottorato. 

Impossibile non cercare in questi racconti tracce della stessa autrice, leggendo ci rendiamo conto che riesce con grande maestria a far salire i toni, “to push the envelope” si direbbe se parlassimo della stand up comedy a cui facevo riferimento poc’anzi.

Bellissimo, struggente, è Grace, forse il racconto che ho preferito perché viene fuori un’idea di famiglia che è un vero e proprio scacco sociale, è dissacrante, fuori dagli schemi.

In sintesi: da leggere assolutamente.

Io, lui e Muhammad Alidi Randa Jarrar

Traduzione di Giorgia Sallusti

Racconti edizioni Pp 211 Brossura € 16,00 

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