Il libro

Nell'autunno del 1981, la vita di un gruppo di diciassettenni californiani che frequentano l'elitaria Buckley School viene sconvolta dall'arrivo di un ragazzo tanto affascinante quanto disturbato e perverso. Cosa nasconde Robert Mallory, e qual è il suo legame con il serial killer che sta imperversando in città? In una Los Angeles sensuale e violenta, fatta di feste in piscina e musica new wave, vodka e cocaina, Bret Easton Ellis racconta la sua storia piú personale, emozionante e oscura.

«Le schegge è il romanzo piú sexy di Ellis, quello in cui si respira una nuova libertà in fatto di amore, eros e sensibilità emotiva».
«The New York Review of Books»

La mia lettura

Raccontare di quanto mi sia piaciuto Le Schegge di Bret Easton Ellis in questo preciso momento mi crea un qualche imbarazzo, l’autore americano si è nuovamente lasciato andare scrivendo una storia che si fa beffe delle convenzioni, del politically correct, una storia dove giustizia non viene fatta e dove si può trovare la stessa “pedagogia negativa” che già aveva caratterizzato gli altri suoi romanzi.

Anche in Le Schegge, per volontà dell’autore stesso, si fatica a separarlo dalla trama, viene spontaneo cercare il reale nella fiction, quanti dei personaggi sono veri?

Ellis si ripete scriverà qualcuno.

Cos’è Le Schegge?

Una nuova critica degli anni Ottanta?

In effetti lo schema richiama quello di American Psycho, le citazioni musicali, la morbosità per il sesso, le droghe, i marchi di moda, il consumismo sfrenato.

L’autore sembra essere rimasto intrappolato al liceo.

Anche in questo romanzo troviamo una voce narrante forte che raffigura il mondo a cui ci sta introducendo e in Le Schegge il protagonista è indubbiamente Bret Ellis.

Su Spotify ho trovato la playlist di Le Schegge ma anche quella di American Psycho:

E mentre tutto andava a rotoli

Nessuno ci faceva granché caso

Era la citazione del brano (Nothing but) Flowers dei Talking Heads nell’epigrafe mentre Meno di zero, (primo romanzo dell’autore) è il titolo di una canzone di Elvis Costello (citato spesso anche in Le Schegge).

Al contrario di American Psycho, Le Schegge ha una trama precisa, seguiamo lo sviluppo emotivo del protagonista, la ricerca della propria personalità, i conflitti, le zone d’ombra, la scoperta del male.

Gli adulti sono del tutto assenti, più infantili degli adolescenti protagonisti, più viziati, sono il fallimento di una generazione, rimangono sullo sfondo.

Dicevo all’inizio che può essere imbarazzante dire che il libro mi è piaciuto molto e spiegare il perché.

La violenza di genere è indiscutibilmente parte di questa storia, come di American Psycho, non so se in America il romanzo abbia suscitato le stesse reazioni, se sia stato inserito in una black list e considerato una sorta di manuale per aspiranti killer, io l’ho preso per quello che credo sia: un’opera letteraria ben scritta, con personaggi approfonditi psicologicamente, piena delle ossessioni personali dell’autore che per 752 pagine non mi ha annoiata neppure un minuto.

Gli ho creduto? No.

Per me Ellis è una sorta di Truman Capote, di Gore Vidal, è un artista talentuoso che mi ha portata in un liceo della California anni Ottanta tra quarterback e ragazzine in divisa scolastica, mi ha fatto fare un giro tra le strade losangeline, in quartieri che abbiamo visto mille volte nelle serie tv degli ultimi decenni (Mulholland Drive, Encino, Sherman Oacks).

Le Schegge attinge a piene mani dai numerosi cliché che ci sono familiari e per questo impieghiamo poco a catapultarci in questo mondo pur lontano dal nostro.

L’edonismo reaganiano del valium e del “quaalude” rimane circoscritto a quell’ambiente ovattato e finto del college Buckley perché non c’era ancora la rete, le bravate di “quei bravi ragazzi” erano destinate a rimanere tra le mura delle ville di lusso.

Descrizioni accuratissime contraddistinguono lo stile di Ellis, ripete di continuo ogni cosa per farcela entrare in testa, il sesso è esasperato e privo di amore, i sentimenti sono pochi e appena accennati, non privi di egoismo e perversione.

Le Schegge è l’incubo del suo autore, l’incapacità di distinguere la realtà dalla finzione, di togliersi la maschera dell’autore per mostrare il vero Bret.

All’uscita di American Psycho Il «New York Times» pubblicò un editoriale preventivo intitolato Snuff this book!, in cui Roger Rosenblatt, critico e scrittore, invitava a non comprare il libro respingendo in particolar modo i contenuti più che l’estetica e il valore del romanzo.

Io mi limito a considerarlo un ottimo romanzo che non eserciterà alcun effetto su me lettrice se non quello di avermi distratta dal quotidiano per alcune ore.

Le Schegge di Bret Easton Ellis

Traduzione Giuseppe Culicchia

Pp 752

Einaudi € 23,00

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