“Un centro dedicato alle donne e le diverse vite che si incrociano, in un'America sempre più contraddittoria.”

 

Il libro

Boston, 2015. Da parecchi anni ormai, Claudia fornisce assistenza psicologica alle pazienti di Mercy Street, una clinica ginecologica specializzata in contraccezione e aborti nel centro della città. È un lavoro impegnativo, che la mette in contatto con donne in grande difficoltà e con le classi sociali più disagiate. Mercy Street offre alle sue pazienti ben più dell'assistenza sanitaria, per molte di loro costituisce l'accesso a un'importante seconda possibilità. Ma fuori dalla clinica, la realtà è ben diversa. Le minacce anonime sono frequenti. Un piccolo e determinato gruppo di manifestanti pro-life compare spesso davanti all'ingresso. Con l'intensificarsi delle proteste, la paura si insinua nei giorni di Claudia, un'ansia di sottofondo che lei tenta di tenere a bada con frequenti visite a Timmy, un affabile spacciatore d'erba, anch'egli nel mezzo di una crisi esistenziale. Da Timmy incontra un assortimento casuale di clienti, tra cui Anthony, un'anima perduta, paladino della crociata antiabortista, che trascorre la maggior parte della sua vita online, chattando con un misterioso invasato che ha messo gli occhi su Mercy Street ed è pronto a rischiare tutto per le sue convinzioni. Haigh ci parla di un tema scottante e sempre attuale, ma ci racconta anche e soprattutto dei risvolti di un'America ignorante, in balia di una religiosità che si proclama paladina della vita, trascurando le derive che travolgono troppe persone vittime della povertà. Ed è bravissima nel guardare dal di dentro questi personaggi, in un romanzo corale, quasi alla Robert Altman, e con uno sguardo neutro, che non cede mai a giudizi o sentimentalismi.

La mia lettura

Se vi è capitato di guardare la serie tv The Bold Type, forse vi ricorderete di quando Kat si è candidata alle elezioni per il consiglio comunale e nel suo programma aveva inserito la lotta contro le finte cliniche abortiste, ecco, in Mercy Street si affronta in modo molto approfondito e con grande impatto emotivo il tema dell’aborto, delle cliniche che aiutano le donne (come appunto Mercy Street) ma anche di quelle finte cliniche che invece attirano le donne spacciandosi per cliniche in cui si pratica l’aborto e invece le portano con mille stratagemmi a non abortire.

Lungo il marciapiede, un prete guidava le preghiere gridando nel megafono che tiene in mano. Le parole gli escono in fretta, come quelle del banditore a un’asta di bestiame

Il dramma è che in America non c’è mai stata una vera legge a disciplinare il diritto all’interruzione di gravidanza, di fatto si è trattato per tutti questi anni (dagli anni Settanta a oggi), di una norma che difendeva il diritto alla privacy delle donne che sceglievano di abortire, una norma fondata sul Quattordicesimo Emendamento, una sorta di escamotage dunque, per compiere una scelta che non era oggetto di normativa specifica.

La protagonista del romanzo di Jennifer Haigh, Mercy Street, è Claudia che per entrare in clinica ogni giorno deve fare i conti con le proteste antiabortiste che si svolgono quotidianamente davanti all’ingresso. Claudia presta assistenza psicologica a donne, spesso giovanissime, tossicodipendenti, vittime di violenze o semplicemente poco attente alla contraccezione, donne che per le più diverse ragioni si trovano a dover decidere se portare avanti o meno una gravidanza indesiderata.

La Haigh ha cominciato a lavorare a questo libro nel 2015 quando lei stessa prestava servizio in una clinica come Mercy Street con il ruolo di councelor.

Tutti i personaggi di questa storia hanno una idea precisa sul tema aborto e la loro è una posizione dettata sempre dall’ esperienza personale.

La protagonista è figlia di madre single, è cresciuta poverissima in una roulotte e sua madre prendeva in affido bambini abbandonati più che altro per i soldi che riceveva per la loro sussistenza, accogliere in cambio di denaro, una cosa che Claudia trovava terribile, priva di qualunque fondamento morale.

“[…] Ogni mese lo Stato del Maine versava quattrocento dollari per ogni bambino […] ogni bambino in affido aumentava la quantità loro assegnata di quelli che venivano chiamati buoni pasto […] Tutto questo accadeva all’inizio della presidenza Reagan, quando le famiglie affidatarie del Maine ricevevano, tra gli altri benefici previsti dai buoni pasto, anche una dose mensile di formaggio. Il formaggio in questione arrivava in blocchi giganteschi e sapeva vagamente di cheddar”.

La scelta di non avere figli, il disprezzo per quella madre poco attenta, affatto incline ad un ruolo genitoriale, sono probabilmente il risultato di questo suo lavoro.

Claudia era stata concepita nel maggio del 1971, quando sua madre frequentava il penultimo anno delle superiori. L’età del consenso nel Maine erano i sedici anni e quindi non c’era niente di male se, superata quella, un uomo adulto metteva incinta un’adolescente, che magari collezionava ancora peluche e disegnava cuoricini attorno al suo nome sui quaderni. […]”

Specularmente a Claudia, scopriamo l’interessante personaggio di Victor, un uomo che cova violenza e diventa una sorta di estremista “pro life” dopo che la donna che ha messo incinta abortisce senza chiedere la sua opinione.

La Boston di Mercy Street non è la Boston di Ally McBeal, Claudia racconta di donne adulte che si sorprendevano di essere incinte perché pensavano che lavarsi dopo il sesso fosse sufficiente a scongiurare una gravidanza, donne che credevano fosse possibile prendere malattie attraverso la tavoletta del water.

Al lavoro si imbatteva di continuo in ragazze diabetiche, pazienti giovanissime che venivano da Dorchester o da Chelsea – deserti urbani per quanto riguardava il cibo, dove prodotti marcesceti venivano avvolti in cellofan e venduti quasi fossero un lusso e mangiare della roba presa in un fast food ributtante era praticamente gratuito

La Haigh ci mostra quell’America che abbiamo imparato a conoscere anche grazie a testimonianze come quella di Jessica Bruder e il suo Nomadland:

“ Per un’ampia fascia di umanità la roulotte era il punto di arrivo. Migliaia di americani, di cui non si sapeva nulla, passavano la vita in una scatola di latta”.

Jennifer Haigh racconta un’America dove si può essere fermati per strada da chi ti chiede contemporaneamente di firmare per il diritto a possedere un’arma e contro l’aborto.

Se guardate in rete le pubblicità di Crisis Pregnancy Center trovate le foto dei cartelloni pubblicitari che vengono messi lungo le strade con scritte tipo:

“Pregnant and Alone? Know your options”

“Abortion is not healthcare. It hurts women and murders their babies” 

E’ contro queste convinzioni che Claudia e le sue college fanno i conti, è contro certa politica che appoggia le frange estreme delle Chiede Evangeliche che le cliniche come Mercy Street si trovano a lottare.

Claudia è una donna fragile, emotivamente provata, è imperfetta, la conosciamo insieme ai suoi demoni, incapace di affrontare le sue paure, la vediamo affogare la tristezza nello stordimento che le regala la marjuana e la sorprendiamo a farsi travolgere da sentimenti che non credeva possibili.

Il libro si chiude in un modo imprevisto, come a dirci che certe decisioni, certe scelte, sono frutto di una scelta personale.

Mercy Street è un racconto bello, toccante, profondamente umano.

Più di cinquant’anni fa usciva negli USA un libro rivoluzionario “Our Bodies, Ourselves” che fu scritto da un collettivo (Wendy Sanford, Ruth Bell Alexander, Pamela Berger, Joan Ditzion, Vilunya Diskin, Paula Doress-Worters, Miriam Hawley, Elizabeth MacMahon-Herrera, Judy Norsigian, Jane Pincus, Norma Swenson e Sally Whelan, con l’intento di far capire alle donne come funzionava il loro corpo. Questo libro negli anni è stato considerato una sorta di vademecum irrinunciabile per la salute delle donne.

Mi domando come si sentono oggi le donne americane in un Paese che sembra stia tornando indietro di un secolo.

 

Mercy Streetdi Jennifer Haigh

Traduzione di Maria Giulia Castagnone

Bollati Boringhieri editore

Pp 368 Brossura € 20,00 (io ho la versione ebook) 

 

 

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